
È di questi giorni la pubblicazione dell’indagine “Minori e percezione dei rischi” realizzata da Ipsos per Save the Children.
Voglio soffermarmi su alcuni punti emersi dall’indagine perché, una diversa valutazione dei dati, ci permette di approfondire il problema.
Un primo punto della ricerca, indica che “i luoghi a rischio sono quelli maggiormente frequentati dai giovani e quindi scuole, palestre e centri sportivi ed oratori.”
Mi fa specie che non siano apparsi luoghi “meno protetti” come piazze o centri commerciali, luoghi abituali di aggregazione giovanile mentre siano più a rischio luoghi in cui c’è spesso la presenza di un adulto.
Non ci sono più posti sicuri?
Penso che nessuno si stupisca nel leggere che i luoghi più a rischio siano quelli elencati sopra.
Questo non deriva dalla mancanza di controlli o da una degenerazione dei luoghi frequentati dagli adolescenti. È solamente fisiologico che determinate situazioni si creino dove ci sono i giovani.
Non penso che in una casa di riposo per anziani ci siano fenomeni di bullismo.
Sicuramente è necessaria e una diversa attenzione al problema e una maggiore serenità di tutti gli attori, per riuscire ad avere la dovuta serenità nella gestione della problematica.
Sempre secondo l’indagine Minori e percezione dei rischi, solo il 5% degli studenti considera gli insegnanti come un punto di riferimento, su cui poter fare affidamento.
Mentre il 12% dei ragazzi ritiene che l’insegnante, nella maggior parte dei casi, mira a salvaguardare la scuola o sé stessi.
E anche qui forse manca la serenità di tutti per permettere agli insegnanti di avere anche un altro ruolo agli occhi degli studenti. Tralascio volutamente qualsiasi discussione in merito al ruolo degli insegnanti, ma mi pongo alcune domande:
- Esiste una sana alleanza tra insegnanti e famiglia, che permette agli insegnanti di uscire dal loro ruolo istituzionale senza trovarsi sempre sul banco degli imputati?
- Devono solo insegnare o essere anche punto di riferimento?
- Iscriveremmo nostro figlio in una scuola dove si sono verificati casi di bullismo?
Quindi … a ognuno le proprie considerazioni…
Non è una difesa d’ufficio delle insegnanti, è una difesa del futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti.
Il vero problema
Il punto che considero veramente importante nell’indagine Ipsos “Minori e percezione dei rischi”, è la parte che riguarda i pericoli in rete per i giovani; invio di immagini intime in cambio di regali o la diffusione delle stesse senza il consenso dell’interessato.
Premesso che vorrei sapere quante persone rilasciano il consenso alla diffusione di proprie immagini intime, questo è un tema che ha la necessità di essere affrontato nelle scuole e nelle famiglie.
Ogni famiglia ha la propria sensibilità nell’affrontare certe tematiche ma, il vero problema, è che lo sviluppo “fisico” dei nostri figli segue tempi che non sempre corrispondono a quello che speriamo noi come genitori.
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