È partita il 9 febbraio 2021 la campagna “Se non ha l’età, i social possono attendere” lanciata dal garante della privacy.

Sicuramente il caso della bambina di Palermo, di cui avevavmo già parlato (link) ha fatto da traino alle attuali modifiche.
Infatti, sempre dal 9 febbraio 2021, TikTok inizierà a bloccare gli utenti italiani e a richiedere nuovamente l’età ai propri utenti, allo scopo di evitare che si iscrivano alla piattaforma i minori di 13 anni.
Perfetto, va benissimo, ma…
È così che abbiamo risolto il problema?
Premetto che tutto quanto si fa per creare sensibilizzazione sul tema e sull’argomento, va benissimo. Se l’opinione pubblica e tutti quanti gli attori coinvolti sono maggiormente coinvolti e attenti è, ovviamente, una cosa positiva.
Quello che non vorrei, però è che ci si fermasse qui.
Se non ha l’età, i social possono attendere
Equal’è l’età giusta?
Sono i 13 anni la barriera di confine tra il sapere usare i social e l’avere la consapevolezza di quali sono i rischi e i pericoli?
Questo per me no!!!
Attenzione che non sono quello che dice che bisogna “bannare” i social.
Molte volte, però, viene fatta un’azione eclatante e si pensa così di aver risolto il problema.
Comprendo che scelte che riguardano gruppi molto ampi, non posso avere parametri ad personam, bisogna prendere un valore e quello è.
Ma tutti noi capiamo che se un ragazzo a 12 anni e 364 giorni è meglio che non usi i social, non è automatico che a 13 anni sia responsabile.
È per questo che insistiamo nel dire che il problema non è l’età, ma come prepariamo i ragazzi all’uso.
Più sono difficili le situazioni, e più andranno formarti.
Per ora abbiamo una certezza: i nostri figli utilizzeranno più di una piattaforma social.
Solo con tanto ascolto e con tanta sensibilizzazione riusciremo a dare ai nostri figli il maggior numero possibile di strumenti per gestire al meglio le situazioni che si troveranno ad affrontare.
Dico una cosa banale per il 99,9% dei genitori ma è sempre bene ricordarselo.
Non posso pensare che se dico una cosa a mio figlio, questa basterà per sempre.
Questa è la speranza di tutti i genitori, ma la realtà, è “leggermente” diversa.
Sarebbe troppo bello e sicuramente irrealistico.
Ogni genitore, provi a chiedere conferma anche ai propri genitori.
Ma allora?
Senza scomodare esperti di Psicologia dello sviluppo, tutti noi sappiamo quanti e quali cambiamenti avvengono nella fascia di età che va dai 7/8 ai 18 anni.
È per quello che un “ripasso” di certe argomentazioni, deve essere costante coi nostri figli durante il loro sviluppo.
È per questo che noi iniziamo i nostri progetti nelle scuole elementari e li portiamo avanti fino alle superiori.
Con così tanti e importanti cambiamenti, vissuti in un breve arco temporale, quello che va bene oggi può non andar bene domani.
Non c’è nessun intento allarmistico, meglio gestire la realtà per quella che è piuttosto che farsi trovare impreparati.
I nostri progetti più belli e più efficaci sono stati quelli che ci hanno permesso di vedere i ragazzi durante la loro crescita.
L’argomento può sempre essere lo stesso, ma ogni volta va trattato diversamente, perché i ragazzi crescono e l’approccio deve essere diverso. Il vantaggio è che non parti da zero, ma costruisci sulle basi che hai messo negli incontri precedenti.
Se la situazione intorno ai nostri figli diventa più difficile, non devo chiuderli sotto una campana di vetro, ma devo dare loro più strumenti per affrontare al meglio la loro vita.